Carmine Esposito negli studi di Radio Lady (foto Empolichannel.it)


Ai microfoni di Radio Lady, durante la trasmissione in diretta Incontro Azzurro, ha parlato Carmine Esposito, che ha presentato la sua partita di addio al calcio, RicordiamoC1 e della sua storia in azzurro da bomber dell’Empoli. Carmine Esposito, manca sempre meno al 29 maggio, sei emozionato? “Emozionantissimo, sono mesi che stiamo organizzando questa partita, non ci dormo la notte. Non vedo l’ora di tornare sotto la maratona, è come se fosse casa mia”.

Una grande emozione, di riunirsi coi vecchi compagni di squadra e giocare di nuovo tutti insieme: “Ho voglia di rivedere tutti, da chi ha giocato con me a chi mi ha aiutato a diventare un calciatore. Con alcuni mi sento anche ora, con altri non ho contatti da 17 anni, e sono emozionatissimi all’idea di riunirci.” Il ricavato della serata andrà in beneficienza: “Penso sia la cosa più importante: non avrei fatto un evento del genere senza devolvere tutto il beneficienza. Spero che la gente venga in massa per ricordare quei tre anni del trienno C-B-A. So per certo che il popolo azzurro non mi deluderà”.

Quello di Spalletti fu uno dei primi grandi Empoli, dal quale poi è nata quella filosofia che distingue la società azzurra: “Noi abbiamo messo il primo tassellino per creare un grande Empoli – ha detto Esposito – La società veniva da un periodo in cui non aveva fatto benissimo. Mai nessuno si aspettava di vincere in due campionati e mezzo tre campionati“. Anche l’Empoli di adesso per Carmine Esposito è una bella squadra che segue la filosofia azzurra: “Anche l’Empoli di adesso ha un grande allenatore, che è Sarri, e una grande squadra che ha premiato la filosofia di questa società”.

Qual’è il gol che ti ricordi più volentieri? “Il gol di Modena, ai playoff, sicuramente. Le altre soddisfazioni sono una conseguenza di quell’annata: eravamo una buona squadra che ha dimostrato di essere una grande squadra. Quell’anno di Serie C è indimenticabile, è cominciato tutto lì”. Un calcio che comunque è cambiato per Carmine Esposito da quando in campo scendeva lui: “Il calcio è cambiato, è cambiata la gente. Prima c’era più dialogo con i tifosi, oggi si va troppo verso l’esasperazione”.

Della promozione in Serie A Carmine Esposito ha un aneddoto molto bello: “Ci hanno fermato in autostrada dicendo che c’erano rallentamenti per l’uscita Empoli Est. Ci hanno portato al Castellani e hanno acceso le luci: lo stadio era pieno. Spalletti mi disse “Non ci credo potesse succedere una cosa così”.”.

L’Empoli di quest’anno secondo Esposito ha compiuto una: “Impresa grandissima. Ho seguito l’Empoli quasi sempre, sta lavorando veramente bene – ha detto l’ex bomber azzurro – Ha rivalorizzato giocatori importanti come Saponara che al Milan non giocava, Mario Rui preso alle buste dal Parma, giocando una stagione straordinaria“.

Per Carmine Esposito l’allenatore Luciano Spalletti durante quegli anni è stato: “Tutto: ci siamo veramente divertiti. Era tutto tranne che un allenatore, era come un parente. Venivano spesso tutti a mangiare a casa mia: verso le 11:30 arrivava un bigliettino sotto la porta con scritto ‘Andate a dormire presto”. Era Luciano Spalletti“. La sua caratteristica migliore? “La sua dote più importante è stata essere un bravissimo psicologo: eravamo delle teste calde. Adesso invece è diventato un allenatore vero. Spalletti simile a Sarri? Entrambi sono fissati con il gioco, sono due grandi allenatori“.

Anche qualche parola sui vecchi compagni di squadra: Martusciello? “Ho ancora un bellissimo rapporto, siamo venuti entrambi dal nulla, dalla strada“. Cappellini? “Uno dei centravanti più forti di quel periodo, ho solo belle parole di lui. Lui ha fatto la mia fortuna: è un giocatore molto intelligente. Lui mi diceva sempre ‘Non so mai dove vai’, ma mi trovava sempre con la palla giusta“.

Che cosa vuol dire fare lavorare facendo il calciatore? “Io mi reputo una persona molto fortunata, ho fatto una discreta carriera. Sono andato via di casa a 7 anni, i miei genitori ho cominciato a rivederli a 47 anni. Se non fai sacrifici non vai avanti e non diventi un calciatori. Io ero molto fissato col calcio, tutti mi dicevano che sbagliavo: adesso ne raccolgo i frutti“.

Ricordi anche della Genova blucerchiata che per Esposito sono: “Ottimi: non nascondo che ero tifoso della Sampdoria fin da piccolo. Ho avuto la fortuna di conoscere Mancini e Vialli e mi sono innamorato della Sampdoria. Mi sono innamorato dell’azzurro che era da tutte e due le parti“.

Tra una settimana uscirà nelle edicole l’autobiografia di Carmine Esposito dal titolo ‘Undici Rose Blu’: “Ci sarà la presentazione il 28 al Caffè Cristallo: parteciperanno tante persone. Il libro parla della mia vita personale: tantissimi aneddoti di giocatori come Flachi e Martusciello. Ci sarà da ridere e ci sarà da commuoversi“.