Martino Melis


Intervistato dal tggialloblù.it, il doppio ex della sfida di domenica a Verona Martino Melis (che a Empoli è stato anche allenatore nelle giovanili) ha parlato di Hellas Verona-Empoli.

Sette anni all’Empoli in C nei primi anni da calciatore professionista. Quanto ha inciso l’esperienza in Toscana per la tua carriera?

“Arrivai in Toscana partendo dal settore giovanile e poi sono arrivato in prima squadra. Empoli è stata fondamentale per il mio percorso, anche se incappai in un infortunio abbastanza importante. Sono stati anni fondamentali perché mi hanno portato fuori dalla Sardegna: in terra sarda è difficile per un ragazzo emergere a meno che non riesca a trovare spazio nella prima squadra del Cagliari”.

L’Empoli quest’anno ha stupito tutti. Avresti scommesso sulla salvezza dei toscani?

“Non pensavo sinceramente ad una salvezza così in anticipo. Però ero convinto che avrebbero dato filo da torcere a tutti perché ho conosciuto bene il modo di lavorare ad Empoli quando allenavo i loro settori giovanili. C’è alta professionalità in tutti i settori: dal presidente al direttore sportivo fino allo staff di Sarri che ho visto all’opera anche in momenti non facili. L’Empoli lavora in modo eccezionale”.

Qual è il segreto dell’Empoli? Sforna sempre giovani importanti: Di Natale, Montella e adesso Rugani…

“Ci sono grandi osservatori e selezionatori che scelgono i ragazzi in maniera mirata, anche dai primi calci e dai pulcini. Gli uomini che ha l’Empoli in tutto il vasto settore giovanile, sono un’eccellenza. Sono bravissimi a formare i giovani talenti infondendo la giusta mentalità soprattutto volta al sacrificio, sono professionisti che hanno passione e sono molto preparati”.

Tra l’altro hai allenato la Primavera toscana per due anni. Ti saresti aspettato un exploit del genere da parte del tuo pupillo Rugani? È un predestinato?

“Si, senza ombra di dubbio. Rugani l’ho seguito, ancor prima che dalla Primavera, dagli Allievi Nazionali. Ha sempre fatto il percorso con me tranne un anno che andò alla Juventus in comproprietà. Già negli allievi vedevamo tutti che il suo futuro sarebbe stato ad alti livelli e i campionati che sta facendo lo dimostrano. Ma avevo anche altri giovani importanti come Rovini e Hysaj, quest’ultimo si vedeva che aveva già una testa importante, da calciatore già formato. Bastava vederli allenarsi per capire che erano già dei piccoli professionisti”.

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