Mirko Valdifiori con la maglia della Nazionale contro l'Inghilterra (foto Empoli Fc Official)


E bravo Mirko Valdifiori. Prima l’emozione dell’inno, cantato con sincera commozione dall’inizio alla fine, poi comincia la partita e arrivano subito i primi palloni. Qualche tocco, un paio di verticalizzazioni. Di fronte c’è un cliente scomodissimo come Wayne Rooney, probabilmente ancora oggi il miglior giocatore che l’Inghilterra può schierare. Ma l’emozione dura poco, anzi non dura per niente.

La prova di Mirko Valdifiori, titolare nella sfida che l’Italia di Conte ha pareggiato 1-1 con la nazionale dei tre leoni (gol azzurro di Pellè, risposta inglese di Townsend), dura 67 minuti ed è molto positiva. Il ct lo stima e si vede, perchè gli affida le chiavi del centrocampo senza pensarci due volte. Valdifiori ringrazia e ricambia il favore.

Personalità, vivacità e rapidità di esecuzione. Abituato nell’Empoli a lanciare in verticale, nell’Italia gli viene chiesto di allargare spesso il gioco. Lui lo fa con grinta e con carattere, anche se in nazionale, specialmente nei primi minuti, viene cercato meno rispetto a quanto avviene di solito. Poco male, perchè Valdifiori mette ordine e l’Italia ne beneficia. Il primo tempo è quello in cui gli azzurri giocano meglio e il merito è anche del regista, decisamente più in palla rispetto al Verratti visto in Bulgaria.

Nella ripresa, però, la nazionale cede il passo e subisce il pareggio. Valdifiori esce al 67′, ma la stretta di mano con Antonio Conte la dice lunga. La sensazione è che la sua avventura con l’Italia avrà un seguito. Eccome se ce l’avrà.