Il campo di Monteboro (foto gonews.it)


Vi segnaliamo una bella intervista pubblicata su www.gianlucadimarzio.com  a Lorenzo D’Amato, l’uomo che ha scoperto molti dei giocatori lanciati dall’Empoli nel calcio che conta. E’ lui a svelare i segreti dell’ambiente azzurro, con una riflessione particolare su Sarri e su Sepe. Ecco cosa ha detto.

Lorenzo D’Amato e l’Empoli. Un rapporto particolare, che dura da più di vent’anni. Tanti i giocatori passati dalla sua scuola calcio, la San Nicola di Castello di Cisterna, alla formazione azzurra. Occhio lungo e capacità di scouting d’altri tempi. Lo dimostrano le tante scoperte come Di Natale,Montella, Lodi, Caccia e tanti altri. Giocatori che hanno militato nell’Empoli, portati proprio da D’Amato. Oggi il direttore della San Nicola non ha che buone parole per commentare la gestione societaria della formazione toscana,  l’andamento della squadra e l’operato di quel Maurizio Sarri che D’Amato conosceva già molto bene: “Ricordo quando andai a San Giovanni Valdarno per osservare alcuni giocatori della Sangiovannese. C’era lui in panchina. Non lo conoscevo bene, ma ne avevo sentito parlare. Rimasi lì a osservare la seduta di allenamento e già allora trasmetteva una grande carica alla squadra. Si faceva sentire, alzava spesso la voce. I giocatori in allenamento davano il massimo. E’ un allenatore meticoloso. Prepara tutto in ogni minimo dettaglio, è molto metodico. In quell’oretta fui impressionato dagli esercizi che faceva fare alla squadra sui calci piazzati. Oggi possiamo ammirare l’Empoli che esprime un bel gioco e che spesso colpisce proprio da punizioni e calci d’angolo”. Dopo tanta gavetta, finalmente anche per Sarri quest’anno è arrivata la Serie A. “E’ un grande allenatore ma bisogna dare atto all’Empoli di aver avuto pazienza con lui. Quando arrivò sulla panchina degli azzurri nel 2012, fece pochissimi punti nelle prime partite. In una qualsiasi altra società l’avrebbero esonerato, ma non ad Empoli. E’ un’oasi felice: tutti stanno benem dai dirigenti ai magazzinieri. E’ una famiglia, non una società. C’è un ambiente bellissimo e i giocatori possono crescere senza pressioni, con calma, lontani dalle tensioni delle grandi piazze. E’ la miglior medicina per crescere. Anche Sarri ne ha beneficiato molto a livello professionale. Si trovano tutti bene, dai giovani fino ai più “anziani” come Tavano e Maccarone. Credo che anche il loro rendimento sia frutto della tranquillità e della serenità che solo qui potevano trovare”. Rugani, Tonelli, Verdi, Pucciarelli. Tanti i giovani lanciati dall’Empoli di Sarri in questo campionato. Tra loro anche Luigi Sepe, portiere scuola Napoli che lei conosce bene… “L’ho seguito un po’quando era alla Primavera del Napoli. Prometteva molto bene. Qualche anno fa, poi, sono stato a Pisa a trovare il mio vecchio amico Fabrizio Lucchesi. Fu lui a segnalarmelo di nuovo. Mi disse che era un portiere dal sicuro avvenire. Grande fisico, ottime doti tra i pali. Può fare ancora tanto. Un futuro a Napoli? Io spero di sì. E’ napoletano e tifoso del Napoli. Se gli verrà data fiducia senza pressioni potrà diventare un grande portiere di una squadra di vertice”. Nel frattempo, è stato rinnovato l’accordo di affiliazione tra la sua scuola calcio e l’Empoli. Può segnalarci qualche nuovo Di Natale o Montella per il futuro? “All’Empoli ho portato ad esempio Gargiulo, un centrocampista classe ’95 che Sarri vede molto bene. Lo ha convocato anche in prima squadra qualche volta. Al momento è in prestito al Tuttocuio e sono sicuro che sentiremo parlare di lui in futuro. Così come di Taddei, un difensore classe ’97 che abbiamo dato al Benevento. Infine Riccio, un ’99 che adesso è al Perugia. E’ un difensore centrale, dalla grande fisicità”.