(foto empolifc.com)


E’ una delle leggende azzurre degli ultimi anni, uno di quei tre o quattro giocatori che a Empoli mettono tutti d’accordo. Basta fare il nome di Carmine Esposito per far sì che gli occhi di qualsiasi tifoso over 25 si illuminino di gioia. Il bomber degli anni ’90, adesso allenatore del settore giovanile, è intervenuto in diretta ai microfoni di Radio Lady per Incontro Azzurro.

Ma è vero che sarà in curva coi tifosi?

“Ho avuto un colloquio con dei tifosi: scherzando mi hanno detto che non sarei mai andato con loro e allora io ho fatto la fila ed ho acquistato il biglietto. Sì, sarò nel formaggino a tifare azzurro”.

Esposito è un doppio ex, ma a questo punto…

“Tifo Empoli, su questo non ci piove”.

L’Empoli può fare l’impresa?

“Secondo me sì. Giocano un bel calcio, ho conosciuto il mister e ho visto i ragazzi belli carichi. Sono sicuro che la squadra abbia perso qualche punto per strada e credo che quella con la Fiorentina sarà una bella partita. Uno spot ideale per il calcio toscano”.

Secondo lei Montella sarà emozionato?

“Io penso di sì, ma credo anche che tutto finirà al calcio d’inizio. Se fosse toccato a me non avrei dormito per una settimana”.

Quale fu il segreto dell’Empoli che superò la Fiorentina nel 1997?

“Eravamo un grande gruppo, ma quello che faceva la differenza era Luciano Spalletti. Lo ritengo uno dei quattro o cinque allenatori più importanti del mondo”.

Analogie con questo Empoli?

“Non lo so. Io dico che noi eravamo un gruppo straordinario: ci vedevamo tutte le sere a cena ed eravamo una cosa sola. Lasciatemi dire che un Empoli forte e determinato come quello, a mio avviso, non ci sarà più. E’ nato tutto da lì e quando incontro la gente per strada tutti si ricordano le nostre imprese”.

Esposito adesso cosa fa?

“Ho iniziato quella bella avventura nel settore giovanile, ringrazio l’Empoli per la possibilità che mi ha dato perchè è davvero straordinario poter insegnare calcio ai bambini”.

Il sogno?

“Sedermi un giorno sulla panchina della prima squadra azzurra. Chissà…”.