Fabrizio Corsi (foto gonews.it)


Invitato a Coverciano nei giorni scorsi come relatore del corso allenatori, il presidente azzurro Fabrizio Corsi ha parlato della crisi del calcio italiano e della ricetta adottata dall’Empoli per far di necessità virtù: «La dimensione dell’Empoli non è la serie A, forse siamo qui di passaggio. L’importante è saperlo, e lo hanno capito anche i tifosi. Ma non siamo in A per caso: negli ultimi due anni in B – ha detto sulle pagine di Tuttosport – abbiamo totalizzato 145 punti, pur cedendo Saponara e Regini. Valorizzare giovani? E’ nel nostro dna, perché questo ambiente consente ai giovani di sbagliare. Per il vivaio investiamo 2 milioni di euro, il 20% del nostro budget, mentre in Italia mediamente si investe il 2-3% del bilancio, e in Europa non si arriva al 5%. E con il vivaio si sistemano i conti. Se Barcellona e Bayern sono ricche di giocatori cresciuti in casa, perché non si può fare anche in Italia? Portiamo in Italia stranieri normalissimi, mentre in B l’anno scorso c’erano almeno 30 giocatori che sarebbero stati protagonisti in A. Il mio modello è il Torino dell’ultimo scudetto, con mezza squadra costruita in casa».

Infine, l’attenzione si sposta sul mercato e i rinforzi, ma prima il patron ha parlato dei prospetti valorizzati finora: «Tutti conoscono Rugani, e siamo felici di potercelo godere per un altro anno prima del futuro alla Juventus. Lo stesso Hysaj è un giovane di valore. Il futuro è nelle loro mani- ha spiegato – hanno qualità ed entusiasmo. Abbiamo altre cartucce da sparare tra i ‘95 e i ‘96: Piu, Agrifogli, Bachini che viene da due infortuni, solo per fare qualche nome. Cosa manca alla rosa? Un trequartista, due centrocampisti, un difensore e un portiere. Dovremo colmare il gap a livello atletico, la nostra è una squadra leggera e basata sul palleggio. Mondiali? A quel livello gli affari li fanno i grandi club. I nostri Mondiali sono gli Under 20, dove chi ha la vista lunga prende giocatori a un milione, e un giorno ne incasserà 20».