Di positivo ci sono almeno tre aspetti. Il fattore C, innanzitutto, dove C sta per Castellani. Il Brescia ci ha provato, ha rischiato di vincere, ma gli azzurri hanno tenuto. E così le mura amiche restano inviolate: l’Empoli non perde in casa dal 24 marzo scorso (1-0 col Bari). Di positivo c’è poi il modo in cui è maturato il 2-2 con le rondinelle. Agguantare il pari a una manciata di secondi dalla fine, quando già ti immagini a testa china negli spogliatoi, è tanto entusiasmante quanto una vittoria.
Di positivo, infine, c’è il fatto che gli azzurri siano rimasti in testa alla classifica. Il Palermo si è avvicinato, certo, ma il Lanciano ha perso e così, per un’altra settimana almeno, la truppa di Sarri potrà guardare tutti dall’alto in basso.
Eppure il 2-2 col Brescia lascia qualche interrogativo. Niente di grave, niente di preoccupante, solo una semplice constatazione dei fatti. Iniziamo pure a lasciar perdere il discorso salvezza: impossibile, per non dire impensabile, che questa squadra non arrivi a fare 51 punti entro la fine della stagione. Dovrebbe succedere un qualcosa che nel calcio non si è mai visto.
Meglio quindi cominciare a chiedersi se questo sia davvero l’anno giusto. Difficile dare una risposta concreta al primo dicembre. Lo era una settimana fa e lo sarà anche tra un mese. Fino al rientro dalla lunga sosta invernale, dunque, sarà impossibile stilare una classifica esatta delle pretendenti alla promozione. Evitiamo di farlo.
Fu molto più semplice lo scorso anno, quando Sassuolo, Verona e Livorno iniziarono subito a scandire il ritmo, staccando tutte le altre. In questo campionato non sta accadendo lo stesso. L’Empoli è primo e il Palermo è secondo, ma nessuna delle due sembra ancora in grado di prendere in mano le redini del torneo.
Gli azzurri hanno avuto diverse occasioni per farlo, ma hanno sempre inciampato sul più bello. Le tre sconfitte esterne, il pari interno col Bari e quello di venerdì scorso col Brescia sono tipici esempi.
Mettiamo subito i puntini sulle ‘i’: questa non è una critica gratuita, perchè l’Empoli, in questo momento, rimane la squadra più forte della serie B insieme al Palermo. La classifica dice la verità, su questo non ci sono dubbi.
Ricordiamoci però delle parole di Sarri alla vigilia del match col Brescia. Lui aveva chiesto ai suoi la terza vittoria di fila: voleva capire se la squadra aveva qualche piccolo problema di appagamento, inconscio per carità, che già in avvio di stagione l’aveva portata a frenare dopo due successi consecutuvi. E’ la differenza che passa tra una buona squadra e una squadra che può vincere il campionato.
La verità, al netto della gara col Brescia, è che Sarri non è stato accontentato. Il 2-2 è un risultato che ci sta, ma se gli azzurri avessero perso non ci sarebbe stato niente da dire. Tavano e soci hanno fatto la partita, è vero, ma non quasi mai hanno impensierito gli avversari, dimostrando nuovamente di soffrire le squadre che, come si dice in gergo, ti fanno ‘la partita addosso’ impedendoti di giocare.
Il Brescia si è difeso, ha fatto catenaccio, ma rispetto ad altri avversari già incontrati in passato ha avuto il merito di uscire bene in palleggio e di non perdere quasi mai palloni a centrocampo. E’ successo soltanto una volta, nel primo tempo, quando Tavano ha avuto la prima occasione per segnare. Gli unici altri errori delle rondinelle sono stati i due gol azzurri. Se il Brescia avesse vinto, insomma, non avrebbe rubato niente (anche se l’1-1 di Caracciolo è viziato da un fuorigioco, come probabilmente il 2-2 empolese).
Tutto questo per dire che gli azzurri, a cui bisogna fare i complimenti per l’averci creduto fino in fondo, vanno giudicati con equilibrio. Di positivo ci sono il gioco, l’affiatamento, la sagacia tattica di Sarri e i due attaccanti più forti della categoria, di negativo la difficoltà nel fare gioco quando gli altri si chiudono e l’incapacità di prendere in mano il campionato quando le circostanze lo permettono. Quando una capolista che sia tale ha la possibilità di andare in fuga, ci va.
Ed è proprio qui che deve crescere l’Empoli, perchè se è vero che nessuno ha chiesto a questa squadra di andare in serie A, ora che i giocatori, i tifosi, la società e tutto l’ambiente si sono nuovamente guadagnati la possibilità di inseguire un sogno sarebbe un peccato non tentarle tutte per tornare nel calcio che conta.
Ma questo gli azzurri lo sanno…
Tommaso Carmignani