Corsi e Galliani arrivano insieme in Lega (foto MilanNews Twitter)


Il governo vuole il commissariamento della Lega Serie A, i club hanno venti giorni scarsi per nominare i nuovi vertici ed evitarlo. Entro il 18 aprile devono risolvere la frattura sulla riforma dello statuto: la quinta puntata dell’assemblea elettiva ha confermato il disaccordo ma c’è un ‘gruppo misto’ di 4-5 club medio-piccoli più vicini alle posizioni dei sei grandi. Il 13 aprile andrà in scena la sesta riunione, una sorta di record, una “situazione imbarazzante” per il ministro per lo Sport, Luca Lotti, “preoccupato ed esterrefatto”. Intervistato da Sky, Lotti si è augurato “che la Federazione passi presto a un commissariamento e a rivedere non solo la governance ma una serie di regole che servono ad avere una Lega più forte e un campionato che valga e conti di più”. Aprendo l’assemblea Simonelli ha sottolineato che “non è un bene quando in un’associazione mancano gli organi essenziali: se capita al corpo umano, finisce che si ammala”.

Poi nella prima conferenza stampa da reggente, “un po’ emozionato”, si è detto pronto a mediare, ammettendo che il pericolo di commissariamento “è un dato di fatto: senza i nuovi organi il 18 aprile, il 21 la Figc nominerà un commissario ad acta. Nessuno lo vuole ma nessuno ne ha il terrore. Sembra ci sia un riavvicinamento, piano piano le squadre si stanno parlando ma le differenze fondamentali sono ancora abbastanza marcate”. Già presidente del Collegio dei revisori, Simonelli è fra i papabili per subentrare Maurizio Beretta, il presidente della Lega decaduto lunedì assieme ai vertici. In lizza c’è anche il legale del Milan, Leandro Cantamessa mentre, secondo il Corriere della Sera, il presidente rossonero Silvio Berlusconi avrebbe invece stoppato la candidatura dell’ad, Adriano Galliani, che ha evitato ogni commento. Formalmente non ci sono candidati. Simonelli lo ha domandato pro forma rispettando l’ordine del giorno dell’assemblea e “nessuno si è proposto”. Grandi e piccole società vogliono approvare lo statuto prima di pensare a presidente e consiglieri federali. I nodi restano la ripartizione delle risorse (le medio-piccole puntano ad aumentare la parte divisa in fette uguali e fissare il paracadute per le retrocesse al 6%), e la governance (le big vogliono che le nuove figure esecutive, ad e consigliere delegato, rappresentino la Lega in Figc, non più i presidenti di club). Servono 14 voti per approvare la riforma. C’è un ‘gruppo misto’ formato da Bologna, Empoli, Torino, Sassuolo e altre società potrebbero avvicinarsi nei prossimi giorni alle sei big.

Rinviata la discussione sull’anticipo del campionato richiesto dal ct Ventura, intanto i 19 club (il Crotone è arrivato dopo) hanno approvato all’unanimità una seconda versione delle linee guida per la vendita dei diritti tv 2018-21, in cui sono state recepite le osservazioni avanzate a gennaio da Antitrust e Agcom: questo testo è più specifico, non vengono descritti in dettaglio i pacchetti, ma si esplicita la possibilità di venderli per piattaforma, prodotto o misto, con una serie di limitazioni all’acquisto. Il bando arriverà in ritardo sul previsto e, per le incertezze del mercato televisivo, slitterà anche quello della Uefa per la vendita in Italia dei diritti tv delle coppe europee.